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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2014 alle ore 10:20.

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E' record storico per il valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani che, trainate dal vino, nel 2013 hanno raggiunto il massimo di sempre, arrivando a quota 33 miliardi di euro (+6% rispetto al 2012). È quanto emerge da una analisi Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero.

La maggior parte delle esportazioni interessa i paesi dell'Ue per un valore stimato di 22,5 miliardi (+5 per cento), ma il Made in Italy cresce anche negli Stati uniti con 2,9 miliardi (+6 per cento), nei mercati asiatici (+8 per cento, 2,8 miliardi) e su quelli africani dove si é avuto un incremento del 12 per cento, arrivando a quota 1,1 miliardi. Il miglior risultato é, però, quello che viene dall'Oceania, con un +13 per cento, anche se l'importo é contenuto.

Il prodotto più esportato si conferma il vino, con 5,1 miliardi (+8 per cento) davanti all'ortofrutta fresca (4,5 miliardi di euro) che cresce del 6 per cento, mentre l'olio che fa segnare un +10 per cento che porta il valore complessivo a 1,3 miliardi. Aumenta pure la pasta che rappresenta una voce importante del Made in Italy sulle tavole straniere con 2,2 miliardi (+4 per cento).

Chi compra il vino italiano
Il vino tricolore cresce in Francia (+11 per cento), Stati Uniti (+8 per cento), Australia (+21 per cento) e nel Cile (+66 per cento). Lo spumante tricolore si afferma in Cina (+101 per cento) ma anche in Gran Bretagna (+50 per cento) e in Russia (+31 per cento), ma va forte anche la birra che conquista i paesi nordici, dalla Germania (+66 per cento), alla Svezia (+19 per cento), fino all'Olanda (+9 per cento).

Fare di più per difendersi dai falsi
«Il record fatto registrare dall'export é il frutto del lavoro di un tessuto produttivo ricco, capillare, che coinvolge milioni di uomini e che rende l'Italia competitiva anche all'interno dei processi di mondializzazione dell'economia e delle idee», dichiara il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che «ora occorre difendere questo patrimonio, portando sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e dando completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria che prevedono l'obbligo di indicare in etichetta l'origine degli alimenti«. All'estero il falso Made in Italy a tavola fattura 60 miliardi di euro e sono falsi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre.

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